lunedì 22 marzo 2010

omelia del vangelo del 21 marzo 2010

Se avessi qui una pietra la tirerei subito, ad esempio alla mia squadra del cuore che sta diventando una squadra da intestino, che fa ca...... Questo perchè siamo sempre pronti a giudicare gli altri, infatti la nostra condizione di peccato la prima cosa con la quale si manifesta è il giudizio verso tutto e tutti. Gesù non giudica, da un'altra opportunità anche alla donna adultera, che doveva, secondo la legge, essere lapidata. Quando c'è di mezzo la legge ci sentiamo il dovere di applicarla senza pietà, se cosi fosse Dio avrebbe mandato un altro diluvio universale. Ma la sua grandezza è tale che comprende la nostra misera condizione umana, e da sempre un altra possibilità di ravvederci. Non è facile comprendere che avere un altra possibilità non significa averla per sempre, c'è un limite alla pazienza del Signore che odia la falsità. Chi vi scrive non è immune dal peccato, è difficile esserlo, un altra particolarità del peccato è nascondersi da chi lo commette. E cosi ci sentiamo tutti giusti. Si ho rubicchiato, ma chi è che non lo fa? si sono passato con il rosso, ma chi è che non lo fa? si ho offeso le persone che mi stanno accanto e allora? mica è una cosa grave! ho perso tempo con qualcosa che non mi è di aiuto, e allora? e allora stò sbagliando, ed è difficile "andare e non peccare mai più".

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