lunedì 29 marzo 2010

omelia al vangelo del 28 marzo 2010

cosa si può dire del vangelo della domenica delle palme? oltre che far benedire i ramoscelli di ulivo e mostrarli a tutti e metterli in tutta la casa come segno dell'amore di Dio per noi, che sacrifica il "legno verde" per perdonare i nostri peccati. In questo vangelo c'è tutto, prima c'è una predizione futura, nell'ultima cena le sue ossa si devono spezzare per noi, il suo corpo deve essere mangiato per la vita eterna. L'annuncio di un tradimento, il dolore perchè le scritture si devono realizzare in modo violento, l'odio e la violenza si deve riversare in lui e nella croce, la vergogna e tutti i sentimenti negativi sono attirati da lui, se ne fa carico e li porterà con se per farne un atto di amore puro e autentico, un sacrificio per la salvezza di tutti, li inchioderà a quella croce. Dio muore non senza rumore, si squarcia il velo del tempio come il cuore dell'uomo peccatore, provoca un terremoto e risveglia quei sentimenti sopiti che si presentano come morti risorti, fino ad una voce che grida che veramente costui era il figlio di Dio, la stessa che ci urla che stiamo sbagliando, le urla della nostra coscienza. Poi è silenzio, e sappiamo che ci sarà silenzio per tre lunghi giorni, come c'è silenzio quando il nostro cuore ha smesso di battere perchè umiliato dal nostro peccato, la nostra anima ha smesso di piangere perchè rassegnata. Così continua ad essere per tre lunghi giorni....

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