lunedì 31 maggio 2010

omelia del vangelo di domenica 30 maggio 2010

Gesù è paziente, infatti non lascia l'uomo solo ma neppure gli impone tutta la verità subito. Solo un insegnante stolto insegna senza capire se lo studente ha capito o meno quello che gli viene spiegato. Egli non deve dimostrare di sapere ciò che insegna, perchè viene direttamente dal Padre il suo insegnamento. Il concetto della Trinità viene rafforzato. Cosi come Cristo ha glorificato il Padre e il Padre ha glorificato il Figlio cosi lo Spirito glorificherà Gesù vero Dio.

vangelo di domenica 30 maggio 2010

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 16,12-15.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.

mercoledì 26 maggio 2010

omelia al vangelo di domenica 23 maggio 2010

Gesù ricorda l'importanza dello Spirito Santo, e il suo compito. Lo chiama consolatore, che insengnerà ogni cosa e avrà il compito di ricordare la parola di Gesù che poi è la parola di Dio. La trinità si è manifestata in modi diversi agli apostoli, ma è presente perchè non c'è Dio senza Spirito Santo, non c'è Cristo senza Dio. I tre agiscono insieme perchè sono una cosa sola, il mistero di Dio uno e trino, impossibile da capire per noi uomini. Qui Gesù addirittura spiega come si è manifestata la trinità, e come agirà nella vita dei discepoli. Ogni parola di Dio non va limitata ai discepoli, essendo valida per l'eternità, è valida anche per noi. Cerchiamo di capire quando ci parla lo Spirito Santo, mettiamoci nella condizione di sentire la sua voce, è per questo che in mezzo ad un mondo rumoroso bisogna fare silenzio in noi stessi ed imparare ad ascoltare e non solo parlare.

vangelo di domenica 23 maggio 2010

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,15-16.23-26.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre,
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

omelia al vangelo di domenica 16 maggio 2010

per l'ennesima volta ripete ai discepoli che il Cristo deve patire, morire e risuscitare. Ora, dopo che tutte queste cose sono accadute i discepoli riescono a comprendere, sono testimoni di un uomo eccezionale. Quando poi Gesù dice che nel nome di Cristo verranno perdonati i peccati e parla dello Spirito come consolatore, l'Ascenzione è per i discepoli la condizione "naturale", la logica conseguenza dei fatti che sono accaduti. E i discepoli sono felici, questa volta non sono tristi ma felici, capiscono che fanno parte ancora del progetto di Dio, anzi, sono testimoni privilegiati pronti a vivere secondo quanto indicato da Gesù e, soprattutto, secondo quanto verrà comunicato loro dallo Spirito Santo.

il vangelo di domenica 16 maggio 2010

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24,46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto".
Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

lunedì 10 maggio 2010

omelia al vangelo di domenica 9 maggio 2010

Dio è con chi osserva la sua parola, non è un ricatto anzi, è l'unico sistema per sfuggire alla morte. Il peccato gia ci porta in uno stato di morte, l'uomo consapevolmente sceglie la strada senza Dio ma i segnali di questa scelta sono evidenti, il cuore è turbato e subentra la paura, non si è in pace. Gesù ha donato la sua pace, che sappiamo che non è la mancanza di battaglia, bisogna sempre lottare, non è una pace passiva, che come il sonno addormenta il corpo, è una pace che ti fa scegliere fra il bene e il male senza il dubbio che ci lacera dentro, perchè la via del bene è sempre in salita e ricca di ostacoli mentre la via del male pare una discesa scorrevole.

vangelo di domenica 9 maggio 2010

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,23-29.
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.



Traduzione liturgica della Bibbia

venerdì 7 maggio 2010

è il finale della stagione...

si è consumata da poco la finale roma - inter all'olimpico proprio il 5 maggio, data funesta per gli interisti perchè evoca la famosa sconfitta che regalò lo scudetto alla juventus. Dopo la gara farsa di campionato lazio - inter, dove scommettere sulla vittoria dell'inter era come scommettere sul fatto che domani sorgerà il sole, l'ambiente romano era surriscaldato all'inverosimile. Gara di calci dove ha vinto la squadra che aveva meno da perdere. Il goal di Milito, l'ennesimo di questa stagione, è la conseguenza logica di una squadra ormai che come l'acqua di un fiume di montagna con la sua corrente porta al mare qualsiasi cosa cerchi di ostacolarla. Troppo forte la squadra di Moratti e troppo nervosa la squadra di Ranieri, il quale ha avuto il merito di arrivare a giocarsela in casa. La ciliegina sulla torta è arrivata dopo che Totti ha dato un calcione sul polpaccio di Balotelli, apparentemente senza motivo. Questo ha permesso a Balotelli di riabilitarsi agli occhi dei compagni e dei tifosi, dopo il lancio a terra della maglietta nella sera del 3 - 1 sul barcellona. In Italia è sempre più difficile vedere una partita di calcio, gli interessi e i toni esasperati trasformano un avvenimento di intrattenimento sportivo in una guerra senza esclusione di colpi. Fortunatamente all'estero, in inghilterra e spagna, ci sono partite di calcio che riportano all'essenza di questo gioco.

omelia al vangelo di domenica 2 maggio 2010

La glorificazione che Gesù intende è la morte e resurrezione. Non è ancora accaduta ma lui ha la facoltà di prevedere il futuro perchè la sua vita ha senso compiendo questa missione, in questo modo è stato glorificato dal Padre e lo glorifica a sua volta perchè Dio ha tanto amato il mondo che ha sacrificato il figlio unigenito. Gesù invita gli apostoli e noi tutti a fare altrettanto, il vero cristiano sacrifica la propria vita per gli altri in nome dell'amore del Padre. L'amore è sacrificio fino all'estremo gesto.

lunedì 3 maggio 2010

Vangelo di domenica 2 maggio 2010

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,31-33.34-35.
Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».