mercoledì 26 maggio 2010

omelia al vangelo di domenica 16 maggio 2010

per l'ennesima volta ripete ai discepoli che il Cristo deve patire, morire e risuscitare. Ora, dopo che tutte queste cose sono accadute i discepoli riescono a comprendere, sono testimoni di un uomo eccezionale. Quando poi Gesù dice che nel nome di Cristo verranno perdonati i peccati e parla dello Spirito come consolatore, l'Ascenzione è per i discepoli la condizione "naturale", la logica conseguenza dei fatti che sono accaduti. E i discepoli sono felici, questa volta non sono tristi ma felici, capiscono che fanno parte ancora del progetto di Dio, anzi, sono testimoni privilegiati pronti a vivere secondo quanto indicato da Gesù e, soprattutto, secondo quanto verrà comunicato loro dallo Spirito Santo.

Nessun commento: